"...avevo le scarpe troppo sporche di fango per andare in giro
ma decisi di farlo ugualmente
alla mia età non ci si può permettere di andare a casa e cambiarsi,pensai,
mi sembrava una perdita di tempo.
ero stufa di uscire con uomini che dicevano che con me era tutto giusto
non volevo più vedere i pezzettini del puzzle che si incastravano magicamente
con lui stava accadendo la stessa cosa, semplicemente senza accorgermene
non esitevano tatticismi, nè frasi da conquista.
Mi diede appuntamento in un bar, disse che non potevo sbagliarmi.
Il bar si chiamava "il bar"
bevemmo un the
la sensazione che mi dava stare con lui
potrei descriverla con un'immagine
inchiostro blu che si scioglie nell'acqua
niente emicrania
odorava di mandarino e dei capelli delle bambole che avevo quando ero piccola
prima di andare a quell'appuntamento ascoltavo un canzone che recitava così
"you're so gone, so gone"
forse era un avvertimento
non sono sempre brava a coglierli.
Qualche giorno dopo venne a prendermi a casa di mia nonna,
non viene mai nessuno a prendermi a casa di mia nonna,
ero contenta che lui lo facesse.
Andammo a casa sua, mi sentivo rilassata e imbarazzata allo stesso tempo
come se fossi divisa in due, strana sensazione
ma non sono mai stata brava nella coordinazione del corpo
figuriamoci nei sentimenti
quella sera ci baciammo
ero sempre divisa, le squadre però erano cambiate
c'era quella del "non voglio" e quella del "voglio"
la squadra del "nonvoglio" voleva che mi allontanassi, continuava a ripetermi che lui era un portatore sano di sofferenza
la squadra del "voglio" si era stanziata sulla mie labbra pronta all'attacco ,il suo grido di battaglia era GO ON!
vinse la seconda squadra 3 a 1..."