martedì 28 giugno 2011

so gone

"...avevo le scarpe troppo sporche di fango per andare in giro

ma decisi di farlo ugualmente

alla mia età non ci si può permettere di andare a casa e cambiarsi,pensai,

mi sembrava una perdita di tempo.

ero stufa di uscire con uomini che dicevano che con me era tutto giusto

non volevo più vedere i pezzettini del puzzle che si incastravano magicamente

con lui stava accadendo la stessa cosa, semplicemente senza accorgermene

non esitevano tatticismi, nè frasi da conquista.

Mi diede appuntamento in un bar, disse che non potevo sbagliarmi.

Il bar si chiamava "il bar"

bevemmo un the

la sensazione che mi dava stare con lui

potrei descriverla con un'immagine

inchiostro blu che si scioglie nell'acqua

niente emicrania

odorava di mandarino e dei capelli delle bambole che avevo quando ero piccola

prima di andare a quell'appuntamento ascoltavo un canzone che recitava così

"you're so gone, so gone"

forse era un avvertimento

non sono sempre brava a coglierli.

Qualche giorno dopo venne a prendermi a casa di mia nonna,

non viene mai nessuno a prendermi a casa di mia nonna,

ero contenta che lui lo facesse.

Andammo a casa sua, mi sentivo rilassata e imbarazzata allo stesso tempo

come se fossi divisa in due, strana sensazione

ma non sono mai stata brava nella coordinazione del corpo

figuriamoci nei sentimenti

quella sera ci baciammo

ero sempre divisa, le squadre però erano cambiate

c'era quella del "non voglio" e quella del "voglio"

la squadra del "nonvoglio" voleva che mi allontanassi, continuava a ripetermi che lui era un portatore sano di sofferenza

la squadra del "voglio" si era stanziata sulla mie labbra pronta all'attacco ,il suo grido di battaglia era GO ON!

vinse la seconda squadra 3 a 1..."

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